Sesso è una parola magnetica.
Comunque la si pronunci, in qualsiasi modo la si scriva, immancabilmente riesce
a strappare qualche prezioso secondo nell’affaccendata vita di ciascuno di noi.
Deve averlo compreso molto bene un ottico di corso Buenos Aires a Milano, che
non pago di aver impilato decine di montature d’occhiali in vetrina, ha appeso
pure un inspiegabile volantino: “DONNA e UOMO, di qualunque SESSO siate, potete
trovare QUI attenzione”.
I più frettolosi sono anche quelli che hanno dipinto per primi un’espressione di larvata stizza, essendosi
probabilmente soffermati sulle sole lettere in stampatello maiuscolo: DONNA,
UOMO, SESSO, QUI. Insomma, pur senza ammetterlo, sfrecciando sul marciapiede
devono aver pensato in qualche modo che, oltre quella vetrina, si celasse
qualcosa di pruriginoso. La nota più affascinante, però, interessa i telefonino-dipendenti,
strani automi che si aggirano per strada, in metropolitana, nei bar o in
chiesa, articolando solo due o tre dita sul display della propria protesi,
senza mai alzare la testa, ma intralciando non poco il traffico urbano. L’unico
contro-sortilegio capace di spezzare la loro ipnosi, putacaso, si è rivelata
una volta ancora quella parola in stampatello: SESSO. Percepita appena con la
coda dell’occhio, fastidiosamente scritta fuori formato, in bella mostra là
dove nessuno se la sarebbe aspettata.
Nei mesi scorsi avevo subodorato qualcosa
di simile attraverso l’annuncio di un ciclo d’incontri sul rapporto fra sesso e
filosofia, in programma a Biassono: picchi di visualizzazione del calendario
degni di uno show di Benigni, “like” ripetuti in Facebook, un folto pubblico di
potenziali spettatori, d’età variabile fra la prima polluzione e la menopausa.
E poi i messaggi clandestini nella mail privata: “di che si tratta,
ESATTAMENTE?”. “E’ un corso che dà consigli?”. “Sono solo lezioni orali o si
vedono anche immagini?”. Ho risparmiato risposte sarcastiche.
Terzo e ultimo
esempio: lascio circolare fra conoscenti l’ultimo numero della rivista Africa. I
servizi intriganti sono come sempre numerosi, però quasi tutti tentennano dopo
poche pagine: un reportage sui furti di pene nel Golfo di Guinea strappa smorfie
che vanno ben al di là del lecito. Mi sono allora tornate in mente le parole
del barone Julius Evola, quando scriveva nella Metafisica del Sesso: “Né il
finalismo biologico, né l’impulso genesiaco, né l’idea staccata del piacere
come fine spiegano l’eros. Di là da tutto ciò, questo deve essere considerato
come lo stato determinato direttamente dalla polarità dei sessi, alla stessa
guisa che la presenza di un polo positivo e di un polo negativo determina il
fenomeno magnetico e tutto quanto ha relazione con un campo magnetico”. E
ancora: “Col frequentarsi anche senza contatto di individui dei due sessi si
desta, nell’essere più profondo di entrambi, una speciale energia o “fluido”
immateriale, detto tsing. Questo deriva dalla polarità dello yin e dello yang,
(…) principi puri della sessualità, del femminile e del maschile”. Tema lambito
pure dalla Storia della Sessualità di Michel Foucault, ma lasciato presto cadere
per via della sua attenzione maggiormente focalizzata sull’uso dei piaceri.
Ecco, da qui mi toccherà prendere le mosse e dare carne a questo blog,
interrotto pensando che le domande sarebbero sopraggiunte durante incontri
faccia a faccia, finendo invece per essere rivolte attraverso la comoda
maschera della dissimulazione. No, no. Non funziona così, cari lettori: se
questa società ci chiede di esibire tutto, ripaghiamola allora con la stessa
moneta. Vedrete che inizierà a tremare.
Focaut so che ci hai fatto la tesi
RispondiEliminaOrganizza dei Giardina eritrei vestito nero ti prego sta volta vengo
Tra sesso uomo e donna mi spacca spiace non sono termini erotici ci vuole pathos
RispondiElimina